Donne tra palco e realtà
Aggiornamento: 30 mar
Nel mese dedicato alle donne abbiamo incontrato Claudia Orsini, una nostra neo counselor, che durante il suo tirocinio ha deciso di dedicarsi proprio all'universo femminile, ai suoi equilibrismi e alla sua particolare sensibilità.

Claudia Orsini ha concluso il suo percorso di counseling discutendo una tesi sul mondo femminile a dicembre 2022. Dopo circa 3 anni e un tirocinio svolto in due diverse realtà e dedicato solo alle donne, anche Claudia è arrivata al termine del suo percorso non senza equilibrismi. Ed è proprio a tutti gli sforzi che una donna fa per dedicarsi a famiglia, lavoro, figli, amici che Claudia ha dedicato il suo lavoro di Counselor. Donna di 40 anni, laureata in Scienze e Tecniche Psicologiche, madre di due ragazzi e impegnata in un lavoro che la vede spesso in trasferta, Claudia conosce bene la pressione a cui una donna può andare incontro e a come il counseling può aiutare a stare nel qui ed ora e a maturare quella consapevolezza che le fa dire "va bene così, vado bene così". E Claudia ha deciso di parlare dell' equilibrio tra il ciò che sono io, ciò che è la mia esperienza e ciò che posso fare io con le mie competenze per le altre donne. La sua tesi è ricca di parallellismi, di confronti e di scambio. Del resto Claudia non ha mai nascosto la sua necessità di sentirsi parte di un gruppo, di un qualcosa che la sappia integrare e la disponibilità a mettersi a nudo che l'ha portata a dichiarare nel suo primo colloquio con la nostra scuola: voi andate d'accordo vero, tra voi responsabili? Perché io ho bisogno di equilibrio, di sicurezza... Che è poi quello che tutte le donne in particolare stanno cercando.
Ma facciamoci raccontare il tutto direttamente da Claudia.
1.Claudia, la tua tesi parla di come il counseling può essere utile alle donne nella loro continua ricerca di equilibrio tra i vari ruoli. Ce ne vuoi parlare in sintesi?
“Alla ricerca dell’equilibrio tra palco e realtà”, titolo della mia tesi, è il mio modo di sintetizzare ed evidenziare la continua ricerca di un equilibrio, talvolta estenuante, che vedo fare alle donne che conosco, a quelle che quotidianamente incontro, a quelle che ho sfiorato nei lunghi viaggi in metropolitana che mi conducevano in ufficio, a quelle sedute accanto a me ai corsi pre-parto, alle mamme fuori da scuola che aspettano i loro figli, a quelle che, trafelate arrivano in ritardo alle riunioni scolastiche e che si scusano ripetutamente, alle donne che attendono pazienti la fine degli allenamenti dei pargoli, a quelle che la domenica sera preparano il piano settimanale e la “to do list” per affrontare ciò che le aspetta il lunedì. Ho scoperto che si tratta di un equilibrio che sembra sospeso tra il filo sottile delle proprie aspettative e quello delle aspettative altrui, quelle che arrivano dalla famiglia, dalla società, dagli amici. I ruoli che le donne si trovano a dover soddisfare diventano, spesso, un peso e motivo di sconforto per le donne stesse e di messa in discussione delle proprie capacità.
2. Parli di aspettative: qual è l’aspettativa di Claudia Counselor?
Proprio per via delle aspettative derivate dall’interno e dall’esterno di ogni donna incontrata, ho deciso di occuparmi delle donne nella pratica di counseling e come counselor mi aspetto di poterle accompagnare, quando si rivolgono a me durante il viaggio alla scoperta di quello che sono e di ciò che desiderano, con l’auspicio che il liberarsi del fardello di dover compiacere gli altri le conduca a fare le cose che scelgono e possano renderle piene e appagate per raggiungere gli obiettivi ai quali aspirano.
3. Ci vuoi raccontare qual è la cliente che hai incontrato come counselor alla quale ti sei sentita più vicina e perché?
Nella pratica ho incontrato e conosciuto tante donne e molte delle loro storie racchiudevano un pezzo della mia. Tuttavia nell’esperienza al Centro di Ascolto dove ho fatto una parte del mio tirocinio, sono rimasta profondamente colpita da una mamma di quattro figli che si è rivolta allo sportello per fronteggiare le difficoltà quotidiane. Dopo qualche incontro si è raccontata rispetto al proprio vissuto da immigrata e alla necessità di reinventare una vita per sé e per i propri ragazzi lontana dal paese natio e immersa in un contesto difficile di fragilità e talvolta di violenza.
Ammiro molto la forza che ogni individuo può trovare ed esprimere, quando è necessario farlo, e spero che il supporto del counseling diventi uno strumento molto più utilizzato dalle donne e non solo.