Oh che torpore...
Aggiornamento: 14 mag 2021
... è il languishig, l'emozione priva di emozioni del 2021. Noi esseri umani ci troviamo a languire. Non i giorni languiscono -come diceva Montale nella sua I limoni- , non le cose, ma noi. Uno dei tanti residui che l'emergenza sanitaria e il conseguente lockdown ci ha lasciato.

L'emozione del 2021 è il languishing...il languire. Uno strascico degli ultimi 14 mesi. Conosciamola, questa emozione. Siamo sicuri che l'avete provata almeno una volta quest'anno.
Di che cosa si tratta? Di un'assenza di gioia, di scopo. Non possiamo parlare infatti di burnout, di mancanza di speranza o addirittura di depressione. E' qualcosa di più sottile, di più diffuso ma non per questo di meno provante.
Il New York Times scrive che l'emozione, il sentire, di tutto il 2021 è il languishing, che tradotto in italiano suona più o meno come languire.
Ma che cos'è?
Avete presente quella sensazione di stagnazione, di "vita nella nebbia" dove tutto sembra appannato? E' come se stessimo guardando la vita da un finestrino di un treno: ci muoviamo, cambiamo, anche il paesaggio cambia, ma noi non riusciamo a mettere a fuoco nulla perché il finestrino è annebbiato. Un velo tra noi e ciò che succede attorno a noi. E così la vita scorre, i giorni passano ma abbiamo la sensazione di non averli vissuti. Ci ritroviamo stanchi senza un perché, demotivati, senza concentrazione. Nessun disagio psichico, ma nemmeno nessun benessere. Languiamo.
Il termine languishing è stato coniato dal sociologo Corey Keyes che rivela, in una sua ricerca, che le persone che tra dieci anni soffriranno di depressione e disturbi d’ansia sono quelle che oggi stanno ‘languendo’.
Ed è lo strascico di questo periodo long Covid. Molto si sta facendo per curare i sintomi e i postumi fisici, ma la parte del benessere psicologico della persona non viene preso in considerazione. E gli effetti si vedranno tra un po'. Le persone (e sono tante) che non hanno contratto il Covid non sono prese in considerazione, ma gli strascichi di lockdown, chiusure, paure e cambiamenti sono e saranno visibili anche su di loro.
Ma da che cosa dipende o da che cosa viene alimentato il languishing?
Dalla non consapevolezza. Non ci rendiamo conto dello status emozionale in cui siamo. Siamo indifferenti alla stessa nostra indifferenza e scivoliamo lentamente nella solitudine, nella disattenzione, nella demotivazione...nel languore appunto.
Che fare? La prima cosa è riconoscere l'emozione. Non ci stancheremo mai di dire quanto sia importante avere un buon contatto con le proprie emozioni...
La seconda cosa è sapere che molti stanno sperimentando il languishing, che non si è soli.
La terza è alimentare il flow, il fluire. Abbandonarsi al flusso anche di una cosa semplice e immergersi completamente in essa: che sia una serie televisiva, un piccolo progetto, un hobby che ci rilassa, lasciamoci rapire da questa attività allontanando la negatività, anche se solo per poco.
La quarta è abbandonare il multitasking: il fare tante cose contemporaneamente o in modo frammentato (rispondo ad una mail, giro il sugo perché tanto sono in smartworking, aiuto il figlio con la dad e intanto ascolto anche un webinar) non paga e aumenta la nebbia nel cervello del languishing.
Sostituiamo il languishing con il flourishing e...i risultati arriveranno.