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Intelligenza e Agilità emotiva

Aggiornamento: 16 lug

Che le emozioni sono intelligenti ormai lo sappiamo da tempo...ma sapete che ci possono rendere anche agili e quindi portati all'innovazione e al cambiamento? E oggi tutti noi abbiamo bisogno di agilità.


Sull'Intelligenza Emotiva ormai sappiamo tutto. Da quando Daniel Goleman ha pubblicato il suo Intelligenza Emotiva. Che cos'è e perché può renderci felici, tutti parlano di questa grande capacità. Molto si è scritto e molti esperti poi si sono dedicati ad una sua maggiore diffusione: si parla di empatia, di abilità sociali, di leadership emotiva e di...emozioni. Ecco le emozioni. Quanto importanti sono nella nostra vita e nel nostro lavoro? Ricoprono un'importanza fondamentale, sono la nostra bussola e...sì sono intelligenti.

Anche recenti ricerche e sondaggi testimoniano che le skills più ambite e più importanti, ciò che fa la differenza, sono quelle soft: la creatività, il problem solving, la leadership, la comunicazione empatica, la flessibilità e la capacità di cambiare. Tutte skills che si raggiungono grazie allo sviluppo di un'Intelligenza Emotiva.


L'intelligenza emotiva secondo Goleman


Il modello di Daniel Goleman parla di 4 aree chiave: l'autoconsapevolezza, la consapevolezza degli altri, la gestione di sé e le abilità sociali. Il primo passo da compiere è la consapevolezza di sé che passa attraverso l'identificazione delle emozioni che stiamo provando. Ma sappiamo che cosa sono le emozioni e dove nascono? Sono delle risposte a degli stimoli esterni che agiscono su 3 diversi piani: fisiologico, comportamentale e cognitivo.

Supponiamo di essere da soli in casa: è sera e non aspettiamo nessuno. Ad un certo punto sentiamo un rumore, una porta che sbatte e proviamo... paura. Cosa succede? Il battito cardiaco può accelerare, tratteniamo il fiato e ci immobilizziamo e ci mettiamo in ascolto. E' entrato qualcuno? Abbiamo lasciato una finestra aperta? E altri pensieri iniziano ad affollare la nostra mente... Dove è nata la paura? Chi ha fatto partire lo stimolo? L'amigdala presente nella parte limbica del nostro cervello, la nostra memoria emozionale. E' la nostra centralina di emergenza: avverte il pericolo prima di tutto il resto e invia segnali a tutto il corpo, al talamo e alla nostra corteccia pre-frontale. Perché diciamo tutto questo? Perché dobbiamo imparare a identificare le nostre emozioni e ciò che provocano dentro di noi e comprendere il messaggio che ci stanno inviando. Se provo paura dopo un rumore sentito è perché percepisco un pericolo. E se provo paura di fronte ad una scelta o situazione diversa? Cosa mi vuole dire la paura? Quale tipo di pericolo sto avvertendo? Sì, perché le emozioni sono intelligenti e ci parlano, ci dicono qualcosa di noi.

Questo è il primo passo verso l'autoconsapevolezza e la consapevolezza degli altri: riconoscere le emozioni, dare loro un nome e una "spiegazione".


Emozioni positive e negative


Ma esistono emozioni positive e negative? La prima risposta che siamo portati a dare è: sì. E seguirebbe anche una categorizzazione: rabbia, paura e tristezza (per rimanere tra le emozioni primarie) sono decisamente negative; gioia invece è un'emozione positiva. Ma è veramente così? Susan David, psicologa sudafricana autrice del saggio L'agilità emotiva, sostiene di no. Dire che le emozioni sono buone o cattive ci rende rigidi e resistenti al cambiamento. Dovremmo parlare di emozioni piacevoli o spiacevoli o ancora meglio di emozioni e basta, senza nessuna aggettivazione o classificazione.


L'agilità emotiva


Ma che cos'è l'agilità emotiva?

L’agilità emotiva è quell'insieme di capacità che permette di relazionarsi con il proprio mondo interiore in modo flessibile e dinamico. Nei contesti ambigui e incerti come quelli in cui viviamo oggi siamo soggetti a continui e repentini cambiamenti, a instabilità e a pochi punti fermi. Siamo sottoposti anche a richieste e standard sempre più elevati che ci portano spesso a dover desiderare più di quello che abbiamo o potremo effettivamente ottenere.

Ecco che l'agilità emotiva ci aiuta a navigare in tutta questa complessità.

Come? Susan David sostiene che è necessario:

  1. Fare SHOW UP: ossia mostrare effettivamente e consapevolmente ciò che si prova. Inutile mascherare, nascondere o negare quelle emozioni che comunemente vengono definite negative: è necessario mostrarle, viverle, attraversarle. Nervosismo? Rabbia? Paura? Vanno bene: sono congruenti con il momento di difficoltà che si sta vivendo. Non è necessario, ne’ salutare, fingere.

  2. Fare STEP OUT ossia un passo indietro. Ho accettato, e dichiarato, le mie emozioni. Arretro e le guardo dall'esterno: mi stacco dalle mie emozioni. Io non sono le mie emozioni: devo solo leggere le informazioni che mi stanno mandando. Che significato ha la mia rabbia per esempio? E la paura? Che messaggio mi invia?

  3. ll terzo passaggio, è WALK YOUR WHY : farsi finalmente forti e sicuri dei propri valori fondamentali: piuttosto che essere idee astratte, questi valori diventano gli aspetti portanti del percorso che conduce verso la forza di volontà, la resilienza e l’efficacia.

  4. E per finire... MOVE ON, l'accettazione di non agire in base a ogni emozione o pensiero, ma iniziare il processo di apportare piccoli cambiamenti alla propria mentalità e abitudini. Diventare consapevoli delle proprie emozioni, senza agganciarsi a schemi negativi che impediscono di intraprendere le azioni che porteranno al successo.

E tu sei pronto a fare questi 4 passi?

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