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Counselor, Psicologi e tavolo UNI: l'essenziale è invisibile a chi non sa guardare

Forse vi aspetterete, con questo post, un qualcosa di poetico visto il richiamo a Il Piccolo Principe di Antoine De Saint-Exupery. E invece no: andiamo sul concreto, che a volte va a braccetto con l'essenziale.

Abbiamo aspettato un po' prima di tornare su un argomento che da anni a ondate (proprio come un virus) si ripresenta per creare qualche (inutile) scossone. Decidiamo di farlo ora, dopo che i clamori di novembre si sono al momento placati, ma sono già pronti, ne siamo sicuri, a tornare più grintosi che mai. Ma è l'inizio dell'anno e vogliamo partire con il piede giusto. Di che cosa stiamo parlando? Che cosa di così essenziale è sfuggito agli occhi dei più?

Stiamo parlando dell'antica, annosa e a volte pretestuosa querelle (per essere fini) che vede psicologi da una parte e counselor dall'altra. Ancora? Sì, ancora.

Sia ben chiaro, non vogliamo sminuire nulla, né sottovalutare le questioni (alcune legittime) sollevate dagli psicologi ma iniziamo ad essere un po' stanchi. Di cosa? Di proclama, di polemiche e di manipolazioni delle notizie. Andiamo con ordine.

Era il 10 novembre 2021 quando gli psicologi (solo una parte per verità di cronaca) strombazzavano sui social la seguente notizia: oggi, con la chiusura definitiva dei processi per la normazione di counselor e coach, si segna un punto importante a favore della tutela della salute dei cittadini.

E tutti gli psicologi che non aspettavano altro si sono scatenati a commentare, a gioire, a festeggiare. Per che cosa? Per l'assurda convinzione di avere vinto (cosa poi non si sa) e di avere dichiarato così che il counselor commette un reato di abusivismo professionale nell'esercizio della sua attività.

Niente è più falso di questo. E a noi spuntava un sorriso, sì un sorriso, al pensiero che psicologi, ossia professionisti e studiosi del comportamento umano, cadessero vittime di distorsioni percettive come questa. O si creassero convinzioni del tutto false. Non sorridete anche voi? Vediamo di spiegare che cosa intendiamo.

  1. La normazione di counselor e coach ai quali si riferiscono è il cosiddetto Tavolo UNI che determina le competenze e le applicazioni delle professioni. La normazione è prevista dalla Legge 4/2013, la nostra legge di riferimento e di tutte le libere professioni non appartenenti ad un Ordine e ad un Albo. Quindi aprire un Tavolo UNI è uno dei passaggi consigliati da tale legge. Il Tavolo deve essere composto, proprio per garantire una trasparenza e una chiarezza, da rappresentanti di diverse professioni. Per quanto riguarda il counseling c'erano assistenti sociali, counselor e psicologi...solo per citarne alcuni. La partecipazione al tavolo serve per un confronto e una delineazione delle competenze che sia in linea con ciò che si può e si deve fare. Ma attenzione, UNI è un ente privato. Non ha potere giuridico, non è un ente legislatore. Quindi? Quindi interrompere un tavolo non significa dichiarare abusivo un professionista. Questo lo può fare solamente lo Stato, il suo Parlamento, il Legislatore.

  2. Dichiarare "da oggi i counselor sono abusivi" è falso. Né UNI né psicologi, lo ripetiamo, possono farlo se non come autoproclama.

  3. UNI ha interrotto il tavolo non perché ha riconosciuto la sovrapposizione della professione psicologo/counselor e di conseguenza perché non è necessario fare il tavolo (ricordate? La suggerisce una legge, questa normazione), ma per l'impossibilità di lavorare con una parte dei componenti il tavolo stesso che ha sempre boicottato e fatto ostruzionismo ai lavori. Intuite chi possa essere questa parte?

  4. Normazione non è sinonimo di normativa, di legge, di obbligo. Normazione significa "Regolamentazione riguardante determinati settori o attività. Adozione di sistemi comuni di misura o di riferimento". Cioè, un gruppo di professionisti che si auto-norma.

  5. Strombazzare ai quattro venti una sconfitta come una vittoria, con aggressività e manipolazione dei contenuti non ci sembra la dimostrazione concreta e sana da parte di persone che hanno così a cuore la salute e il benessere dei cittadini. Se non sanno distinguere una notizia dall'altra o se la manipolano a beneficio dei propri messaggi o interessi...? A voi la continuazione del quesito.

  6. Il tavolo UNI ha già approvato la normazione riguardante i coach che si occupano di business ma il blocco è avvenuto per i cosiddetti life coach. Se UNI ha approvato il business coaching...cosa è cambiato per i business coach, gli psicologi, i coach in generale? Nulla, semplicemente si ha una normazione, delle linee guida che NESSUNO ha l'obbligo di seguire. Sono solo dei riferimenti e, dateci il permesso, dei "bollini" per la propria professione: un'ulteriore certificazione di un ente privato. Se io libero professionista seguo le linee guida devo avere determinati requisiti e una specifica formazione, ma nessuno mi impedisce di esercitare il coaching a modo mio. Perché? Perché la professione è libera e non riconosciuta. Se non è cambiato nulla per i business coach perché dovrebbe cambiare qualcosa per i counselor?

Potremmo continuare ancora con moltissime altre argomentazioni, ma diventeremmo noiosi e forse un po' pedanti.

Quali conclusioni trarre da tutto questo?

Probabilmente una sola, e anche amara. Per quanto poco possa valere la normazione UNI era sicuramente un'occasione per aprire un confronto, un dialogo e iniziare a darci, tutti, delle regole univoche (anche tra noi counselor).

Crediamo che gli psicologi abbiano perso un'occasione importante, per farsi sentire in modo costruttivo, per blindarci, se effettivamente siamo così pericolosi, così impreparati, così poco professionali.

Ma è prevalso l'interesse personale, la propaganda politica, l'aggressività. Eppure dovrebbero saperlo che la paura non sempre è una buona consigliera.

O forse...sanno benissimo che la normazione UNI non avrebbe cambiato effettivamente le cose, ma sarebbe stato solo un inizio? O forse non siamo così pericolosi in fondo. Con la logica del tutto o niente...bene, rimane un niente. Al quale far seguire un po' di rumore che con il baccano si può nascondere l'essenziale.

E qual è questo essenziale? Che noi Counselor possiamo continuare a fare ciò che stiamo facendo e che abbiamo sempre fatto. Noi siamo per la collaborazione e la chiarezza e siamo pronti ad un dialogo: avere confini chiari serve prima di tutto a noi, anche se riteniamo che i professionisti seri gia‘ li conoscano e li rispettino questi confini. Gli psicologi cos'hanno risolto? Ancora nulla.

Continuiamo per la nostra strada quindi, prima o poi arriveremo da qualche parte. Chi invece continua ad aggredire e a far baccano inutile corre il rischio di non vedere le buche nel percorso e...di caderci dentro.

Buon Anno!

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