Oddio...non l'ho fatto! Però me lo ricordo.
Come mai ricordiamo i compiti che abbiamo lasciato in sospeso o che non abbiamo terminato e invece sulle cose fatte ci limitiamo a fare una spunta e le mettiamo nel dimenticatoio? Eppure anche queste ultime ci appartengono e sono importanti!

1927. Vienna. Un ristorante, un cameriere trafelato e un'osservatrice d'eccezione e molto attenta. Il cameriere corre da una parte all'altra, riceve ed evade le ordinazioni in tempi rapidi ricordandosele tutte. Una buona memoria? L'attenta osservatrice si accorge di una cosa: non appena aveva servito le portate, il cameriere tendeva a non ricordare più che cosa aveva consegnato. Era già concentrato sulle ordinazioni successive ancora da evadere. Che fosse dotato di un interruttore off/on?
La cosa incuriosì talmente l'osservatrice da spingerla a fare un esperimento. Eh sì perché la signora non era altro che una psicologa lituana, Bluma Zeigarnik che decise di proporre a 22 volontari di risolvere piccoli problemi tipo rompicapi e puzzle a altri giochi. Ogni tanto ne interrompeva qualcuno. E che cosa scoprì? Le persone ricordavano due volte meglio cosa stavano facendo quando venivano interrotti piuttosto che quando avevano finito il loro lavoro.
Ecco spiegato l'effetto Zeigarnik che prende il nome dalla psicologa. Un compito non portato a termine crea una tensione psichica che facilita e motiva il proposito di completare l’attività e impedisce alla mente di concentrarsi in altri processi cognitivi.
Infatti, vi è mai capitato di non saper rispondere ad una domanda e di continuare a pensarci fino a che non avete trovato la risposta? Oppure di non ricordare una cosa che "avete sulla punta della lingua" e ragionarci e sforzarvi di ricordare? E' l'effetto Zeigarnik. Che ci colpisce anche quando procrastiniamo un'attività. Devo chiamare il medico per fissare un appuntamento, non lo faccio perché è una scocciatura, ma continuo a pensarci. Oppure quando siamo al lavoro e ci aspetta la stesura di quella relazione noiosa che non facciamo ma una vocina dentro di noi continua a ricordarci "c'è anche la relazione da fare"..."e poi c'è quella cosa da scrivere...".
Gli sceneggiatori di telefilm o i pubblicitari sanno ben sfruttare questo effetto. Come? Interrompendo per esempio la puntata del nostro telefilm preferito proprio sul più bello! I due protagonisti sono a un passo (dopo magari 10 puntate) dal baciarsi? Ecco che compare la scritta "TO BE CONTINUED" e noi rimaniamo lì, con il fiato sospeso e la voglia di vedere come va a finire. La stessa voglia che ci porterà la settimana successiva a non perdere la puntata! Interessante vero? Scommettiamo che adesso state pensando a tutte quelle volte in cui siete stati sotto l'effetto Zeigarnik.
Ma quando ci colpisce e tendiamo a procrastinare? Cosa possiamo fare?
Beh, innanzitutto smettiamo di rimandare o di accampare scuse e INIZIAMO, il resto verrà da sé. David Allen, consulente statunitense e autore dei libri Detto, Fatto e Fatto e Bene, sostiene che tutto "ciò che può essere fatto in 2 minuti va fatto subito".
Quindi iniziamo a fare, magari partendo dalle piccole cose, quelle più semplici o che ci costano meno fatica.
Facciamo una lista delle cose da portare a termine e man mano che le eseguiamo...facciamo una spunta. Che bello vedere che la lista si esaurisce!
Evitiamo di pensare eccessivamente e di porci prestazioni spettacolari: ogni risultato andrà bene. E infine impariamo a perdonarci. A volte infatti il compito può essere effettivamente troppo difficile, oppure richiedere più tempo di quello che avevamo preventivato, o ancora può non valere la pena... Bisogna imparare anche a perdonarsi. Ecco un effetto meraviglioso di saper perdonare se stessi: uno studio ha scoperto che può spezzare il ciclo della procrastinazione (Wohl et al., 2010).
Come dicono gli autori: “… perdonare se stessi per aver rimandato un lavoro, ha l’effetto benefico di ridurre una successiva procrastinazione.” Insomma: perdonarci per aver procrastinato ci farà stare meglio, e saremo più propensi a ricominciare il lavoro che avevamo abbandonato.