Quando corpo e sesso circolano in rete: il sexting
Continua il viaggio tra i fenomeni del web sempre più dilaganti e a volte pericolosi. Oggi tocca al sexting, tema delicato perché riguarda la sfera sessuale di ognuno di noi.

Il sexting ormai dilaga, con effetti a volte devastanti soprattutto sui più giovani che possono sconfinare anche nel cosiddetto cyberbullismo.
Il sexting è l'invio di immagini "spinte" tramite computer e telefonini. Spesso molti ragazzi ritraggono se stessi senza vestiti o in atteggiamenti molto sexy. Abitudine sempre più diffusa che può diventare pericolosa.
E' un fenomeno che non colpisce solo i giovanissimi ma anche gli adulti. Tutto inizia magari per scherzo o per gioco: si cede ad una richiesta di un fidanzato e si invia una foto sexy o decisamente spinta. Che poi viene inevitabilmente diffusa anche ad altre persone, finché diventa pubblica se non addirittura virale.
Ma cosa spinge i giovani a inviare foto simili e quali sono gli elementi che non si prendono in considerazione? Vediamone alcuni:
Fiducia: alla base c'è sempre una fiducia (mal riposta evidentemente) che i ragazzi hanno nei confronti della persona a cui inviano le proprie immagini. Molto spesso si tratta del fidanzato o del partner (nel caso di persone più adulte) che si ritiene discreto: un piccolo segreto da condividere con chi si ama. Tutto ciò in realtà mostra una scarsa consapevolezza e un'ingenuità di fondo: non si considera che, se il rapporto (amicale o di coppia) dovesse deteriorarsi o rompersi, le foto potrebbero essere diffuse per ripicca, vendetta o dispetto.
Pervasività: non si valutano lo strumento e le sue potenzialità. Gli smartphone di oggi permettono di condividere le foto proprie o altrui con molte persone contemporaneamente. Attraverso semplici clic, le immagini sono immediatamente condivise sui social network e diffuse online;
Persistenza del fenomeno: il materiale pubblicato su internet può rimanere disponibile online anche per molto tempo. I ragazzi, che crescono immersi nelle nuove tecnologie, non sono consapevoli che una foto o un video diffusi in rete potrebbero non essere tolti mai più. Una foto o un video, anche se cancellati, non vengono rimossi completamente dalla rete.
Non consapevolezza: i ragazzi spesso non sono consapevoli di scambiare materiale pedopornografico.
E quando una foto o un video diventa virale le conseguenze per la vittima possono essere fatali. Vi ricordate il caso di Tiziana Cantone, ragazza di 33 anni (quindi non più adolescente ma giovane donna adulta), suicidatasi a seguito della vergogna derivata dalla pubblicazione in rete di un video hard che aveva ingenuamente inviato al suo compagno? La vergogna e le conseguenze (esagerate) di questa sua leggerezza, l'hanno prima portata ad una chiusura totale con il mondo e successivamente al suicidio, nonostante sembrasse una donna forte e avesse lottato per il suo diritto alla privacy, denunciando anche gli autori della diffusione del video. Pensieri terribili possono attraversare la mente di un giovane: tradimento, imbarazzo, violenza, vergogna...e tutto amplificato all'ennesima potenza.
Come aiutare quindi gli adolescenti ad evitare tutto ciò?
1. Teniamo aperto il dialogo. Parliamo con loro dei pericoli della rete sottolineando come qualsiasi foto postata, inviata diventa di proprietà altrui. Avvertiamoli dei pericoli senza enfatizzare troppo le nostre paure, ma portando dati concreti e reali. Megan Moreno, pediatra dell’università del Wisconsin, suggerisce quanto segue: “Cercate di vedere il sexting tramite i loro occhi: spiegate che può essere una cosa normale da fare e da chiedere, ma che è rischiosa e se ci si trovasse in difficoltà bisognerebbe parlarne”.
2. Aiutiamoli a rispettare il proprio corpo che non può mai diventare merce di scambio. Una persona è anche il proprio corpo e l'esibizione di una parte di esso e/o delle sue nudità deve essere sempre un reale dono che si fa ad un'altra persona ma che deve rimanere nell'intimità tra 2 persone.
3. Sosteniamoli sempre: diventiamo i loro principali fans. Non critichiamoli nell'abbigliamento,per il loro corpo...sentirsi accettati da noi impedirà di cercare l'approvazione da altri.
E se dovesse succedere? Manteniamo la calma, sosteniamoli (magari anche nelle denunce) e non lasciamoli mai soli: non devono sentirsi giudicati, ma appoggiati nel trovare un rimedio.
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